Ho appena trascorso un weekend a Torino con un fantastico gruppo di 20 persone e sono rientrata molto soddisfatta dei 2 giorni intensi e divertenti.
Torino è una città sempre più trendy, animata ed energica e piena di vitalità. Stupisce per la sua eleganza e credo che l’aggettivo che meglio la descrive sia “austera”. Si respira ovunque il fasto e l’eleganza del passato, il suo essere stato centro nevralgico del potere sabaudo prima e italiano poi (non possiamo certo dimenticare che proprio dal 1861 al 1865 Torino fu la prima capitale d’Italia).
Una semplice passeggiata tra le raffinate piazze, sotto ben 18,5 km di imponenti portici, con deviazioni varie attraverso le raffinate ed esclusive vie dello shopping (via Roma, Via Lagrange, Via Po) e qualche golosa sosta nei numerosi caffè storici ci permette di cogliere il meglio di questa città.
La visita non può che iniziare da Piazza Castello, perché proprio da qui si diramano le 4 arterie principali (via Roma, Via Garibaldi, Via Pietro Micca e Via Po) che raccolgono i più importanti edifici e monumenti della città: Palazzo Madama, Palazzo Reale (oggi Polo Reale che raggruppa ben 5 musei), la chiesa di San Lorenzo, Il Duomo con la cappella della Sacra Sindone. Immaginiamo un cerchio con un diametro di poco più di 500 metri, al suo interno possiamo collocare il meglio di Torino.
Optiamo per una visita guidata con la bravissima Valeria che ci illustra egregiamente la storia della città citando, nominando e chiamando in causa loro e sempre loro i SAVOIA. Eh si perché non si può visitare Torino senza parlare di una delle dinastie reali più antiche d’Europa. Oltre al ripasso storico Valeria ci insegna tantissime curiosità su Torino.
Ci racconta che Palazzo Madama ingloba nella sua struttura l’antica porta Decumana della città, che il suo nome deriva dalla Madama Reale Cristina di Francia che qui si trasferì nel 1600, facendoci notare la differenza tra madama (signora) e madamì (signorina) in piemontese.
Impariamo che a Torino non serve comprare l’acqua in bottiglia perché ci sono tante fontanelle pubbliche chiamate “torèt” da cui si può bere acqua potabile in qualsiasi punto della città. Pensate che esiste addirittura un’App che vi dice dove si trova il “torèt” più vicino a voi.
Valeria naturalmente non si dimentica di elogiare le prelibatezze piemontesi: gianduiotti, praline, baci di dama, cuneesi al Rhum, tartufi, nougatine e poi ancora marron glacè, torte, etc. Ci accompagna in Piazza San Carlo, dove si trovano tre dei più importanti caffè storici della città, e ci lascia del tempo libero per tuffarci nel magico mondo della pasticceria e della cioccolateria torinese.
Premessa: dopo una settimana di dieta ferrea sono andata a Torino con il buon proposito di controllare la mia golosità e soprattutto di dimostrare a me stessa che posso resistere e non cadere in tentazione davanti a tante prelibatezze. IMPOSSIBILE!!!
Mi tuffo immediatamente nel Gran Caffè Stratta per assaggiare il famoso “bicerin”, la bevanda tradizionale piemontese a base di caffè, cioccolato e crema di latte (o meglio dire panna). Naturalmente, come vuole la tradizione, decido di accompagnare il mio bicerin con una pastina che è davvero un mignon grande poco più di una mia unghia al modico prezzo di 1 euro.
In questo caffè veniva ogni giorno Camillo Benso conte di Cavour a fare colazione.
E’ un locale davvero elegante con arredi antichi, specchi dorati e vetrine ricolme di ogni bontà. Decido di acquistare 3 marron glacè in onore di Cavour e 50 grammi di fondant di zucchero alla modica cifra di 8,40 euro…un vero affare!!
D’altra parte i prezzi sono quelli di una gioielleria, cioccolatini a 85 euro al chilo e violette candite e fiori cristallizzati a 200 euro al chilo. Cosa potevo aspettarmi!
Per non fare un torto a nessuno naturalmente faccio un salto anche al Gran Caffè Torino per ammirare i bellissimi arredi e per calpestare i testicoli del toro all’ingresso, una prassi che a quanto pare porta fortuna.
e il giorno dopo, non contenta, testo anche la qualità del “bicerin” al Caffè San Carlo. La mia dieta è ormai compromessa ma tutte queste prelibatezze mi hanno dato molta soddisfazione.
Ok, fin’ora mi sono ampiamente dedicata alla mia golosità (lo avevate capito che mi piacciono i dolci?) sarà forse il caso che mi dedichi anche un po’ alla cultura? Torino offre innumerevoli opportunità per scoprire la storia e l’arte. Naturalmente i musei sono tanti e noi non abbiamo il tempo per approfondire. Ci dedichiamo pertanto ai due musei più noti: Il Museo Egizio e il Museo del Cinema che si trova all’interno del monumento simbolo della città, la Mole Antonelliana.
Il Museo Egizio si offre con un nuovissimo e moderno allestimento. La nostra guida Valentina ci porta a scoprire i reperti più importanti collocandoli precisamente nei diversi momenti della storia egizia. Vi consiglio di prenotare la visita guidata al museo perché scoprire le diverse sale con un’archeologa fa davvero la differenza.
Diciamo che abbiamo tutti un’infarinatura di storia egizia che risale alle elementari ma spesso le nostre idee sono un po’ confuse. Io mi sono molto divertita a scoprire le differenze tra le rappresentazioni degli uomini e delle donne nei sarcofagi, a vedere le mummie degli animali e a leggere le immagini di vita quotidiana rappresentate nelle pitture murarie.
Sarcofago di uomo con parrucca lunga, barba finta, occhi molto truccati, orecchie libere, braccia conserte e mani chiuse
Il Museo del cinema invece è tutta un’altra storia. Il contesto è davvero fantastico. Entrare all’interno della Mole Antonelliana e trovarmi nella grande sala chiamata “aula del tempio” mi lascia senza fiato. Che struttura strepitosa! Davvero un azzardo. Il soffitto è altissimo, l’ascensore che porta alla terrazza panoramica attraversa tutta la cupola esattamente al centro della sala e il percorso espositivo si snoda lungo una passerella che sale a spirale lungo tutto il perimetro (mi ricorda un po’ il Guggenheim di New York).
All’interno del museo ci sono schermi giganti che proiettano film di ieri e di oggi, percorsi complessi che trattano temi come l’ottica, la fotografia e l’evoluzione del cinema, manifesti, bozzetti e oggetti vari che raccontano la storia della cinematografia.
Molte sono le stazioni interattive e noi ci siamo divertiti e abbiamo giocato a duplicarci, a recitare, a capovolgerci.
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